Piemonte e Valle d’Aosta

L’olivicoltura in Piemonte e nella Valle D’Aosta sembrava impossibile fino a qualche decennio fa, oggi invece è una realtà consolidata e associata, complice il cambiamento climatico e qualche audace agricoltore.

Storia

Il Piemonte è la seconda regione d ’Italia per estensione, con il 43% del territorio montuoso, il 30% collinare, famoso per la viticoltura, e la restante parte pianeggiante. Qui la storia racconta di un passato olivicolo fiorente nelle zone pedemontane e padane, che dagli antichi Romani (nella zona di Biella) prosegue fino alla grande gelata del 1789 che decretò l’abbandono e la chiusura dei frantoi oleari.

La Valle d’Aosta è la più piccola regione d’Italia, racchiusa dalle Alpi, con condizioni climatiche e pedologiche ideali per la coltivazione della vite.

Dati Tecnici

Queste due regioni non hanno in comune soltanto la vite e le vette più alte d’Europa (Monte Bianco e Monte Rosa) ma anche un progetto nato il 15 Ottobre del 2003 a Vialfrè, Torino, chiamato l’Associazione Piemontese Olivicoltori (ASSPO) fortemente voluto da pionieri della coltivazione in terra piemontese e valdostana.

“L’area olivicola che include le due regioni conta più di 250.000 ulivi, la maggior parte dei quali sono stati piantati dalla stagione 2003-2004, e 4 Frantoi situati nel territorio piemontese.

Oltre a Leccino e Frantoio, e impollinatori come Moraiolo e Pendolino, anche il Leccio del Corno, Brisighella, Borgiona, Grignàn e varietà dell’Italia nord-orientale e della Croazia come Bianchera e Drobnica, e la Carolea, diffusa nel sud della nostra penisola, possono essere coltivate bene e con una buona resa”.

Fonte: Dario Martinelli dall’intervista di Ylenia Granitto del 2018

Complessivamente la superficie agricola olivetata non supera i 150 ettari circa il 0.01 del totale nazionale, vari progetti sono stati realizzati dal Dipartimento di Agricoltura dell’Università di Torino per capire quali varietà sono più adatte ai climi del Piemonte e della Valle d’Aosta.

Sebbene la produzione totale sia ancora limitata, gli ultimi raccolti in Valle d’Aosta e in Piemonte hanno dato ottimi risultati in termini di volumi e qualità, grazie alle condizioni meteorologiche ideali.

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