Campania

Campania vista uliveto sul mare

I Romani la definivano ‘Campania felix’ quando volevano celebrare questa terra per la qualità non soltanto dei suoi vini, ma anche degli oli prodotti che venivano utilizzati come merce di scambio di gran pregio.
In Campania l’olivo ha trovato il suo ambiente ideale: la natura spesso vulcanica dei terreni ed il clima tipicamente mediterraneo hanno favorito il diffondersi di questa coltura, che oltre agli aspetti economici, riveste particolare importanza anche per la salvaguardia del territorio e la tutela del paesaggio.
Infatti, il 90% dell’olivicoltura campana interessa territori collinari, quelli spesso a più alto rischio di smottamenti e frane; l’olivo diviene così, oltre che importante e talvolta unica fonte di reddito per le popolazioni locali, anche presidio del territorio, che esso stesso impreziosisce da secoli con la sua immutabile presenza. La grande vocazione olivicola campana si esprime su tutto il territorio, anche se la leadership spetta alla provincia di Salerno.

Storia

Nel Cilento, nella Penisola Sorrentina, a Paestum, ma anche in numerose altre aree della regione, la presenza storica dell’olivo è ampiamente documentata. La tradizione vuole che le prime piante fossero state introdotte dai Focesi, nel IV sec. a.C. L’olivo domina il paesaggio nelle aree interne e svolge una funzione insostituibile nella protezione del suolo e nella conservazione dell’ambiente.

Dati Tecnici

Nel complesso l’olivicoltura in Campania interessa una superficie di 75.763 ettari. A tale superficie corrisponde un patrimonio olivicolo di oltre 14 milioni di piante e 363 frantoi attivi.
Un elemento di grande importanza, che contribuisce all’affermazione dell’olivicoltura campana, è rappresentato dal patrimonio varietale della regione, molto ricco e diversificato, più di cento le cultivar locali.
Le più note sono Ogliarola, Nostrale e Ravece, in provincia di Avellino; Raccioppella, Sprina, Ortice e Ortolana, in provincia di Benevento; Olivo da olio in Penisola Sorrentina; Asprinia, Tonda, Caiazzona e Sessana in provincia di Caserta; Rotondella, Carpellese, Nostrale, Biancolilla e Pisciottana, in provincia di Salerno.
Ben cinque le DOP riconosciute dall’Unione Europea:
Dop Cilento (provincia Salerno)
Dop Colline Salernitane (Provincia Salerno)
Dop Penisola Sorrentina (Provincia di Napoli – in particolare nella penisola di Sorrento e nell’isola di Capri ma anche a Castellammare di Stabia)
Dop Irpinia – Colline dell’Ufita (provincia di Avellino)
Dop Terre Aurunche (provincia di Caserta)

La regione Campania si attesta tra le zone del Sud Italia più attente a una produzione che ben intreccia qualità e quantità con tante etichette di oli monovarietali e nuove realtà molto attente a posizionarsi ai vertici dei concorsi nazionali e internazionali – Gambero Rosso, Oli d’Italia

mappa cultivar campania
Iscriviti alla nostra Newsletter

potrai ricevere notizie sul mondo dell’olio di qualità, ma anche novità e promozioni sui prodotti

Potrai annullare l’iscrizione in qualsiasi momento