Umbria
Se c’è un prodotto evocativo dell’immagine ambientale, turistica e produttiva dell’Umbria, è senz’altro la pianta dell’olivo.
Storia
In questi territori i primi a praticare l’olivicoltura furono gli Etruschi e molte città umbre gravitanti nell’orbita dell’antica Etruria si arricchirono e prosperarono proprio grazie alla produzione e commercializzazione dell’olio.
In seguito l’olivicoltura conobbe un forte sviluppo con l’espandersi della civiltà romana.
Nel I secolo d.C. la produzione di olio in Italia diminuì sensibilmente a causa della concorrenza a basso costo degli oli provenienti dalla Spagna e dell’Africa e anche l’Umbria risentì delle importazioni da altri paesi, con conseguente indebolimento del prodotto sul mercato dell’epoca. Con le invasioni barbariche poi, avvenne la completa distruzione delle tradizionali pratiche agricole e il grano, la vite e l’olivo furono soppiantate da altre colture.
Bisognerà attendere il Medioevo e le grandi congregazioni religiose per assistere a una ripresa parziale dell’olivicoltura. Il vero incremento però si ebbe a partire dal 1400 quando un decreto, che obbligava gli agricoltori a impiantare e innestare annualmente una quota di olivi, fece crescere la superficie olivicola fino a raggiungere la sua massima dimensione.
Nel XVI e XVII secolo si evidenzia invece un progressivo aumento del prezzo sia delle piante sia dei terreni con olivi, indice di un crescente interesse per la coltura.
Ma è nel 1800, grazie soprattutto a misure di incentivazione messe in atto dallo Stato Pontificio, che si ha un grande aumento della coltivazione dell’olivo, fino ad arrivare a oggi con una produzione regionale rapportata a quella nazionale si attesta intorno al 2%.
Dati Tecnici
La superficie agricola olivetata è di 27 mila ettari e corrisponde al 6,7% della superficie agricola utilizzata regionale, di cui una buona parte è in provincia di Perugia.
A tali superfici trova riscontro, nelle annate buone, una produzione di 100 mila quintali. L’attività antropica di carattere agricolo che si è sviluppata in questo contesto vede oggi sul territorio regionale 28 mila aziende produttrici, sono 213 i Frantoi altamente specializzati nella trasformazione
Presenti anche aziende leader nell’imbottigliamento e nella distribuzione.
Certificazioni e Varietà di Olive
Le cultivar principali sono la Dolce Agogia, Frantoio, Moraiolo, Leccino, Rajo e San Felice. Altre varietà minori sono le locali Pocciolo e Vocio presenti nei territori tra Assisi e Spoleto, la Tendellone nel ternano, la Correggiolo di Massa Martana, la Nostrale di Rigali e l’Orbetana a Gualdo Tadino, la Borgiona nell’Alto Tevere e la Bianchella di Umbertide nel Narnese.
L’Umbria è stata la prima regione italiana a ottenere l’istituzione di un marchio certificato, “Dop Umbria”, ai sensi del Reg. CE 2081/92.
Il disciplinare di riferimento prevede la suddivisione del territorio regionale in sottozone che si contraddistinguono per le cultivar prevalenti e per le proprietà organolettiche dell’olio d’oliva che ne deriva.
Le cinque sottozone, ovvero aree territoriali dove sono coltivate particolari varietà di olivo, sono:
- I“Colli Amerini” costituiscono la più piccola delle sottozone, dove i comuni più rappresentativi sono Amelia e Narni. La cultivar più caratteristica è il Raio, una pianta longeva e monumentale, che dà un olio dalle spiccate qualità aromatiche.
- I “Colli Orvietani” si estendono intorno al comune di Orvieto fino a comprendere Marsciano e Città della Pieve. Le cultivar prevalenti sono il Leccino è il Frantoio. L’olio di questa parte dell’Umbria si caratterizza per il grande equilibrio organolettico.
- I “Colli Martani” si collocano nella zona centrale dell’Umbria, intorno ai comuni di Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo e Bevagna. La cultivar caratteristica è la Dolce di San Felice, legata all’omonima abbazia benedettina.
- I “Colli del Trasimeno” abbracciano l’area dell’omonimo lago, l’alta Umbria e il l comune di Perugia. E’ caratterizzata da un’altra interessante cultivar autoctona, la Dolce Agogia.
- I “Colli Assisi Spoleto” è la più estesa e più difficile da coltivare ma anche una delle più suggestive da un punto di vista paesaggistico. Comprende i territori di Terni, Spoleto, Trevi, Spello e Assisi, arrivando fino a Gubbio. La cultivar più caratteristica è il Moraiolo, pianta esile ma che da frutti pregiati e ricchissimi di polifenoli.

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